Compressione bulbo-midollare ventrale
da pannus reumatoide
Decompressione transorale e
stabilizzazione
occipito-cervicale sincrona
Presentato
dal Dott. Christian Capuano e Dott. Catello Costagliola
Paziente
di anni 56 affetto da artrite reumatoide, giungeva alla nostra osservazione per
l’esacerbarsi di una sintomatologia insorta circa 3 anni prima caratterizzata
da parestesie localizzate dapprima all’estremità distali degli arti superiori e
poi diffuse a tutto l’emisoma sinistro associate a marcata ipostenia agli arti
inferiori.
Uno
studio di RM della cerniera occipito-cervicale documentava la presenza di una
compressione anteriore a livello del passaggio bulbo-midollare, determinata da
materiale di verosimile natura flogistico-degenerativa e dalla dislocazione
posteriore del dente dell’epistrofeo. (Fig. 1-2)
Figura 1- RMN T1 sezione sagittale passaggio cranio-vertebrale pre-operatoria: in corrispondenza della giunzione cranio-spinale si documenta la presenza di tessuto infiammatorio degenerativo , al disotto del legamento longitudinale posteriore con impronta sulla giunzione bulbo spinale; il dente dell’epistrofeo risulta eroso ed è presente una dislocazione posteriore assiale.
Figura 2-RMN sequenza T2 sagittale pre-operatoria: presenza di pannus infiammatorio con impronta sulla giunzione bulbo-spinale e sublussazione posteriore atlanto-assiale
Un
approfondimento diagnostico con esame TC della cerniera atlanto-occipitale
aveva documentato un aumento dell’intervallo atlanto-odontoideo >4mm ed una
impressione basilare con risalita del dente tipo cranial-settling.(Linea di
McRae).
L’esame
neurologico era caratterizzato da un quadro di grave tetraparesi spastica
(classe III B sec. Ranawat) con deficit di forza maggiormente accentuato
all’emilato sinistro, deambulazione di tipo parapareto-spastica, ipoestesia
all’emilato destro con maggiore accentuazione tra C4 e D7, iperelicitabilità
dei riflessi osteotendinei su tutti i punti di repere.
Tale
sintomatologia ed il quadro neuroradiologico imponevano il trattamento
chirurgico.
Il
paziente, previa tracheostomia, veniva sottoposto ad intervento chirurgico di
decompressione anteriore per via transorale consistente nella rimozione del
dente dell’epistrofeo, della massa laterale di C2, che appariva iperostosica, e
del pannus infiammatorio-degenerativo.
Foto intra-operatorie al
microscopio a piccolo ingrandimento( Fig. 3-8):
Fig. 3 Si apprezza la parete faringea (freccia)ed il palato molle invaginato
Fig.
4 Dopo incisione del rafe mediano della parete posteriore del faringe e
divaricata la mucosa, i muscoli
costrittori superiori del faringe ed i muscoli paravertebrali, si reperta il
legamento longitudinale anteriore (freccia).
Fig.
5 Si apprezza il piano sub-periostale (freccia).
Fig.
6 Si rimuove il dente dell’epistrofeo e l’arco
anteriore dell’atlante utilizzando un trapano ad alta
velocità.
Fig.
7 Decompressione dell’astuccio durale (freccia).
Fig.
8 Applicazione del mastice antibiotico (freccia).
Dopo
questo primo step chirurgico, nella stessa seduta operatoria, il paziente
veniva sottoposto a stabilizzazione occipito-cervicale utilizzando il sistema
Mini-CCD in titanio con innesto di frammenti ossei autologhi prelevati dalle
prime vertebre cervicali e dalla squama occipitale.
Dopo
un iniziale ricovero per circa 24 ore in terapia intensiva, il paziente veniva
trasferito di nuovo in reparto dove proseguiva il decorso post-operatorio con
il supporto di un intenso trattamento riabilitativo fisioterapico.
Clinicamente
si assisteva ad un rapido e marcato miglioramento sia della sintomatologia
sensitiva soggettiva ai quattro arti che della deambulazione.
Studi
diagnostici, quali Tc spirale C0-C3 ed Rx cervicale post-operatori, mostravano
una completa rimozione del dente dell’epistrofeo con un buon posizionamento del
sistema di sintesi posteriore ed un ottima decompressione ventrale (Fig. 9 e
Fig 10).
Figura
9. TC sagittale con finestra per osso post-operatoria
Fig.
10. RX cervicale latero-laterale
post-operatorio: buon allineamento della giunzione cranio cervicale
Discussione
L’approccio
transorale è considerato una procedura standard nel trattamento delle lesioni
ventrali della cerniera occipito-cervicale.
Un
largo spettro di patologie possono interessare tale regione anatomica:
malformative, tumorali e degenerativo-infiammatorie come l’artrite reumatoide e
la spondilite anchilosante.
L’artrite
reumatoide per definizione è una sinovite infiammatoria persistente; l’elemento
distintivo della malattia è costituito dall’infiammazione sinoviale che
determina distruzione delle cartilagini, erosioni ossee e, in seguito,
deformità articolari.
La
maggiore distruzione si verifica in corrispondenza del contatto con la sinovia
infiammata, o pannus, che si allarga per ricoprire la cartilagine articolare.
Il
coinvolgimento della giunzione occipito-cervicale si verifica nel 44-88% dei
casi.
Tre
sono i piu’ comuni quadri radiologici riscontrabili nei pazienti affetti da
artrite reumatoide a livello della giunzione cranio-cervicale:
·
La sub-lussazione
atlo-assiale anteriore
·
L’impressione
basilare
·
Il pannus
Inoltre
il coinvolgimento infiammatorio della cerniera occipito-cervicale causa erosione
del processo odontoideo, decalcificazione ed indebolimento dell’inserzione del
legamento traverso all’atlante.
La
disorganizzazione strutturale della giunzione occipito-cervicale comprende in
danno capsulare, il progressivo danneggiamento ed indebolimento dell’intero
supporto legamentoso ( legamento crociato, legamenti alari, legamento apicale)
e la distruzione della componente ossea.
Nella
nostra esperienza si è ritenuto opportuno intervenire nella stessa seduta
operatoria sia con la decompressione anteriore del sacco durale attraverso un
approccio transorale che con una fissazione posteriore occipito-cervicale
avendo considerato instabile la giunzione occipito-cervicale già durante il
planning neuroradiologico pre-operatorio.
In
questo particolare caso per la sua gravità neurologica, è stata eseguita la
tracheostomia pre-operatoria al fine di
prevenire nell’immediato post-operatorio le complicanze respiratorie
dovute all’edema della lingua o del faringe. La cannula tracheostomica viene
rimossa in genere dopo 24-48 ore.
Durante
la preparazione pre-operatoria il palato molle, previa sua legatura con due cateteri in silicone fatti passare
attraverso le narici, viene retratto nel rinofaringe( Fig. 11-12).
Fig. 11 Fig. 12
In
tal modo vi è una visione piu’ ampia al campo operatorio evitando l’incisione
stessa del palato molle che potrebbe esitare in complicanze quali la rinolalia
ed importanti processi cicatriziali.
La stabilizzazione sincrona,
a nostro avviso, garantisce l’immediata stabilità della colonna cervicale
prevenendo l’alto rischio di una dislocazione atlo-occipitale e consente la
precoce mobilizzazione del paziente evitando le complicanze di una
immobilizzazione prolungata
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